Lo spirito marziale ed ambizioso di Traiano faceva un contrasto molto singolare con la moderazione del suo successore; nè men notevole fu l'inquieta attività di Adriano, ove si paragoni al tranquillo riposo di Antonino Pio. La vita di Adriano fu quasi un viaggio continuo; e siccome possedeva i diversi talenti di soldato, di politico e di letterato, così contentava la sua curiosità, soddisfacendo al suo dovere. Non curando la differenza delle stagioni e dei climi, andava a piedi e a testa nuda sulle nevi della Caledonia, e sulle cocenti pianure dell'Egitto superiore; nè vi fu provincia dell'Impero che nel corso del regno di lui, non fosse onorata dalla presenza del suo Monarca(40). Al contrario, Antonino Pio passò la sua vita tranquilla in seno all'Italia; e nel corso di ventitre anni che tenne la pubblica amministrazione, i più lunghi viaggi di questo Principe amabile non si estesero più in là che dal palazzo di Roma al suo ritiro nella villa Lanuvia(41).
Non ostante questa differenza nella lor personale condotta, Adriano, e i due Antonini egualmente adottarono, e seguirono uniformemente il sistema generale di Augusto. Essi persisterono nel disegno di mantenere la dignità dell'Impero senza tentare di estenderne i confini. Con ogni onorevole espediente invitarono i Barbari alla loro amicizia, e procurarono di convincere il genere umano, che la romana potenza, superiore alla brama di conquistare, era soltanto animata dall'amore dell'ordine e della giustizia. Per il lungo giro di quarantatre anni un prospero successo coronò le loro virtuose fatiche; e se si eccettuino poche leggiere ostilità, che servirono ad esercitare le legioni delle frontiere, i regni di Adriano e di Antonino Pio presentano il bel prospetto di una pace universale(42). Il nome romano era venerato dalle più remote nazioni della Terra.
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