I Barbari più feroci spesso eleggevano l'Imperatore per arbitro delle loro dissensioni; ed uno storico contemporaneo, racconta di aver veduto imbasciatori venuti a richiedere l'onore, che lor fu ricusato, di esser ammessi nel numero dei sudditi(43).
Il terror dell'armi romane aggiungeva peso e dignità alla moderazione degl'Imperatori. Essi mantennero la pace col prepararsi costantemente alla guerra; e mentre la giustizia dirigeva la loro condotta, facevan conoscere alle nazioni confinanti, che, alieni dal far alcuna ingiuria, non eran neppur disposti a soffrirla. La forza militare, che ad Adriano e ad Antonino il Maggiore era bastato mostrare, fu impiegata contro i Parti ed i Germani dall'Imperatore Marco. Le ostilità dei Barbari provocarono il risentimento di questo Monarca filosofo, e nella continuazione di una giusta difesa, Marco ed i suoi Generali ottennero molte segnalate vittorie sull'Eufrate e sul Danubio(44). Gli stabilimenti militari dell'Impero romano, che ne assicuravano o la tranquillità od i progressi, diverranno adesso il proprio ed importante argomento della nostra attenzione.
Nei secoli più belli della repubblica, l'uso delle armi era riservato per quegli ordini di cittadini, che avevano una patria da amare, un patrimonio da difendere, e qualche parte in promulgar quelle leggi, che era loro interesse e dovere di conservare. Ma a misura che la pubblica libertà scemò con l'estensione delle conquiste, la guerra a poco a poco si ridusse ad un'arte, e degenerò in un mestiero(45). Le legioni medesime, anche quando erano reclutate nelle più lontane province, si tenevano per composte di cittadini romani.
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