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      La cavalleria, senza la quale la forza della legione sarebbe rimasta imperfetta, era divisa in dieci truppe o squadroni; il primo, come compagno della prima coorte, era composto di 132 uomini, mentre ciascuno degli altri nove ascendeva solamente a 66. L'intero corpo formava (se si può usare la moderna espressione) un reggimento di 726 cavalli, naturalmente unito con la sua propria legione, ma separato secondo il bisogno per agire nella linea, e per comporre una parte delle ali dell'armata(66). La cavalleria degl'Imperatori non era più composta, come quella dell'antica repubblica, dei più nobili giovani di Roma e dell'Italia, i quali facendo il loro servizio militare a cavallo, si preparavano per gli uffizj di Senatore e di Console; e sollecitavano con azioni di valore i futuri suffragi dei loro concittadini(67). Dopo la mutazione dei costumi del governo i più facoltosi dell'ordine equestre erano impiegati nell'amministrazione della giustizia e delle pubbliche rendite(68), e qualora abbracciavano la professione dell'armi, era loro immediatamente affidata la guida di una truppa di cavalli, o di una coorte di uomini a piedi(69). Traiano ed Adriano levarono la loro cavalleria dalle stesse province, e dalla stessa classe di sudditi, che fornivano gli uomini per la legione. I cavalli erano per la maggiore parte di Spagna o di Cappadocia. La cavalleria romana disprezzava l'armatura intera, con cui s'aggravava la cavalleria orientale. Le sue più solite armi consistevano in un elmo, in uno scudo bislungo, in leggieri stivali, e in un giacco di maglia.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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