Ogni volta che la tromba dava il segno della partenza, il campo era quasi in un istante disfatto; e le truppe correvano ai loro ordini senza tardanza o confusione. Oltre le loro armi, che i legionari appena consideravano come un imbarazzo, portavano ancora i loro utensili da cucina, gl'instrumenti di fortificazione, e la provvisione di molti giorni(79). Sotto questo peso che opprimerebbe la delicatezza di un soldato moderno, erano avvezzati a fare di passo regolare quasi venti miglia in sei ore(80). All'apparir del nemico gettavano il lor bagaglio, e con evoluzioni facili e rapide convertivano la colonna di marcia in ordine di battaglia(81). I frombolieri e gli arcieri scaramucciavano alla fronte; gli ausiliari formavano la prima linea, ed erano secondati o sostenuti dal nerbo delle legioni. La cavalleria copriva i fianchi, e le macchine militari erano poste nella retroguardia.
Tali erano le arti della guerra, con le quali gl'Imperatori Romani difesero le loro vaste conquiste, e conservarono lo spirito militare in un tempo, in cui ogni altra virtù era oppressa dal lusso e dal dispotismo. Se nella considerazione de' loro eserciti noi passiamo dalla loro disciplina al lor numero, non sarà facile il definirlo con sufficiente esattezza. Si può computare però che la legione, la quale per se stessa era un corpo di 6831 soldati romani, poteva con i suoi seguaci ausiliari ascendere a quasi 12500 uomini. Lo stato delle truppe di Adriano e de' suoi successori in tempo di pace non era composto di meno che di trenta di questi formidabili corpi; e formava molto probabilmente una forza permanente di 375000 uomini.
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Imperatori Romani Adriano
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