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      Conservando sempre i pregiudizj dei loro antenati, dopo averne perdute le virtł, affettavano di disprezzare le rozze maniere dei romani conquistatori, mentre erano astretti a rispettare la loro superior forza e prudenza(150). Nč l'influenza del linguaggio e dei sentimenti dei Greci era ristretta negli angusti confini di quella, una volta, famosa regione. Il loro Impero, col progresso delle colonie e delle conquiste, si era diffuso dall'Adriatico all'Eufrate ed al Nilo. L'Asia era coperta di cittą greche, ed il lungo dominio dei Re macedoni aveva sordamente introdotta una rivoluzione nella Siria e nell'Egitto. Nelle loro magnifiche Corti quei Principi univano l'eleganza ateniese al lusso orientale, e l'esempio della Corte era, nella proporzionata distanza, imitato dai pił distinti ordini dei loro sudditi. Tale era la general divisione dell'Impero romano nelle lingue latina e greca. A queste possiamo aggiungere una terza distinzione pe' nazionali della Siria, e specialmente dell'Egitto. L'uso dei loro antichi dialetti, segregandoli dal commercio degli uomini, era d'impedimento alla cultura di que' Barbari(151). La pigra effeminatezza dei primi gli esponeva alla derisione; e l'ostinata ferocia dei secondi eccitava l'avversione dei loro conquistatori(152). Queste nazioni si eran sottomesse alla potenza romana, ma raramente desiderarono, o ne meritarono la cittadinanza; e fu osservato che passarono pił di dugento trent'anni dopo l'estinzione dei Tolomei, prima che un Egiziano fosse ammesso nel Senato romano(153).


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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