Leto immantinente condusse il suo nuovo Imperatore al campo dei Pretoriani, spargendo nel tempo medesimo per la cittą l'opportuna nuova che Commodo era morto subitamente d'apoplessia, e che gią il virtuoso Pertinace era salito sul trono. I soldati riceverono con pił sorpresa che piacere la nuova della sospetta morte di un Principe, il quale solamente per loro erasi dimostrato indulgente e liberale; ma la necessitą delle circostanze, l'autoritą del loro Prefetto, la riputazione di Pertinace, ed i clamori del popolo, gli obbligarono a soffocare il loro segreto rammarico, ad accettare il donativo promesso dal nuovo Imperatore, a giurargli fedeltą, ed a condurlo con allegre acclamazioni e con rami di lauro in mano al Senato, perchč il consenso delle truppe fosse ratificato dalla civile autoritą.
Quella gran notte era gią molto avanzata; al nascer del giorno e del nuovo anno il Senato aspettava di esser chiamato ad assistere ad una vergognosa cerimonia. Malgrado di tutte le rappresentanze, perfino di quei cortigiani, i quali conservavano ancora un'ombra di prudenza e di onore, Commodo avea risoluto di passare la notte nella scuola dei gladiatori, e di lą andare a prender possesso del Consolato, vestito da gladiatore, ed accompagnato da quella infame truppa. Ad un tratto, avanti l'alba, ricevono i Senatori l'ordine di adunarsi nel tempio della Concordia, per esservi insieme coi Pretoriani, e ratificar l'elezione di un nuovo Imperatore. Restarono per poco in un sospeso silenzio, dubbiosi della inaspettata loro liberazione, o sospettando di qualche crudele artificio di Commodo; ma finalmente, accertati che il tiranno era morto, si dettero in preda a tutti i trasporti della gioia e dell'indignazione.
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