Tra queste consolazioni la più gradita fu il castigo dei delatori, nemici comuni del Sovrano, della virtù e della patria. Per altro nella ricerca ancora di questi legali assassini usò Pertinace una costante moderazione, che tutto alla giustizia donava, e nulla ai pregiudizi ed al risentimento del popolo.
Le finanze richiedevano la più attenta cura dell'Imperatore. Benchè si fosse usato ogni genere d'ingiustizia e di estorsione per radunare i beni dei sudditi nella cassa del Principe, pure le stravaganze di Commodo aveano di sì gran lunga superata la sua rapacità, che alla sua morte non si trovò nell'esausto tesoro più di sedicimila zecchini(330), con i quali conveniva pagare e le ordinarie spese del Governo, e soddisfare alla pressante richiesta di un liberal donativo, che il nuovo Imperatore avea necessariamente promesso ai Pretoriani. Pure in tanta angustia ebbe Pertinace la generosità di abolire tutte le gravose tasse inventate da Commodo, e di cassare tutte le ingiuste pretensioni del Fisco, dichiarando in un decreto del Senato "ch'egli volea piuttosto governare con innocenza una Repubblica povera, che acquistare ricchezze per vie tiranniche ed infami". Egli considerava l'economia e l'industria come le pure e vere sorgenti della ricchezze; e da questo ricavò ben presto un gran soccorso per le pubbliche necessità. La spesa del palazzo fu subito ridotta alla metà. Egli mise al pubblico incanto tutti gli strumenti di lusso(331), i servizj di oro e di argento, i cocchi di una costruzion singolare, tutte le vesti di seta e ricamate, ed un gran numero di bellissimi schiavi dell'uno e dell'altro sesso; eccettuando soltanto, con attenta umanità, quelli che, nati liberi, erano stati involati alle braccia dei piangenti lor genitori.
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