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      Distinse queste truppe favorite con doppia paga e privilegi che le metteano sopra dell'altre; ma siccome avrebbe il loro formidabile aspetto atterriti ad un tempo ed irritati i Romani, ne stanziò tre sole coorti nella Capitale, mentre il resto era disperso nelle circonvicine città dell'Italia(338). Ma dopo cinquant'anni di pace e di schiavitù, Tiberio avventurò un decisivo passo, che strinse per sempre le catene della sua patria. Sotto gli speciosi pretesti di sollevare l'Italia dal grave peso de' quartieri militari, e d'introdur tra le guardie una disciplina più rigorosa, le radunò a Roma in un campo permanente(339) benissimo fortificato(340), e situato in modo che tutta la città dominava(341).
      Questi servi così formidabili sono sempre necessari, ma spesso fatali al trono del dispotismo. In questa maniera, introducendo i Pretoriani, per così dire, dentro la reggia e il Senato, gl'Imperatori, gli avvezzarono a conoscere la propria lor forza e la debolezza del Governo civile; a riguardare i vizj dei loro sovrani con un famigliare disprezzo; ed a perdere quel riverente timore, che la sola distanza ed il mistero possono conservare verso un immaginario potere. In mezzo agli oziosi piaceri di una città opulenta, il loro orgoglio si nutriva col sentimento della irresistibil lor forza, nè era possibile celare ad essi, che la persona del sovrano, l'autorità del Senato, il pubblico tesoro e la sede dell'Impero erano interamente nelle lor mani. Per distrarli da queste pericolose riflessioni, i Principi più saldi, e meglio stabiliti erano astretti a frammischiar le carezze co' comandi, le ricompense co' castighi, a lusingare il loro orgoglio, a condescendere a' loro capricci, a dissimulare le loro irregolarità, ed a comprare la precaria lor fedeltà con un liberal donativo, che quelli dall'avvenimento di Claudio in poi, esigevano come un legittimo diritto, nell'elezione di ciascun nuovo Imperatore(342).


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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