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      La pubblica scontentezza si sparse tosto dal centro alle frontiere dell'Impero. Gli eserciti della Britannia, della Siria e dell'Illirico deplorarono la morte di Pertinace, in compagnia, e sotto il comando del quale avean fatte tante guerre e tante conquiste. Riceverono con sorpresa, con indignazione e forse con invidia, la strana nuova della pubblica vendita, che i Pretoriani fatto avean dell'Impero e fieramente ricusarono di ratificare il vergognoso accordo. La subita loro ed unanime(352) sollevazione riuscì fatale a Giuliano, ed alla pubblica pace nel tempo stesso; giacchè i Generali delle rispettive armate, Clodio Albino, Pescennio Negro, e Settimio Severo, eran più ansiosi di succedere a Pertinace che di vendicarne la morte. Lo loro forze erano precisamente eguali. Ciascun di loro capitanava tre legioni(353) con un seguito numeroso di ausiliarj; e benchè diversi di carattere, eran tutti soldati forniti d'esperienza e di capacità.
      Clodio Albino, governatore della Britannia, era superiore ai suoi rivali per la nobiltà della famiglia, contando tra i suoi antenati alcuni dei personaggi più illustri dell'antica repubblica(354). Ma il ramo, da cui discendeva, era caduto in povertà e trapiantato in una provincia remota. È difficile di formare una giusta idea del suo vero carattere. Viene accusato di aver sotto il filosofico manto dell'austerità nascosti tutti i vizj che disonorano l'umana natura(355). Ma i suoi accusatori sono quegli scrittori venali, che adoravano la fortuna di Severo, calpestando le ceneri del suo infelice rivale.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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