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      Il suo dispendioso gusto per le fabbriche, pei pomposi spettacoli, e soprattutto una distribuzione liberale e costante di grano e di provvisioni, furono i mezzi più sicuri di cattivarsi l'amore del popolo romano(397). Si dimenticarono le sventure della guerra civile. Le province goderono un'altra Volta una tranquilla e prospera calma, e molte città, ristabilite dalla munificenza di Severo, presero il titolo di sue colonie, ed attestarono con pubblici monumenti la loro gratitudine e felicità(398). Questo guerriero e fortunato Imperatore(399) rendè alle armi romane la loro riputazione, e con giusto orgoglio si vantò di avere ricevuto l'Impero oppresso da guerre straniere e domestiche, e di lasciarlo tranquillo in una pace profonda, universale, gloriosa(400).
      Benchè le ferite della guerra civile sembrassero perfettamente saldate, il suo mortal veleno corrompeva però sempre gli umori vitali della costituzione. Severo aveva vigore, e talento in buon dato; ma l'anima ardita del primo dei Cesari, o la profonda politica di Augusto appena avrebbero potuto abbassare l'insolenza delle vittoriose legioni. Severo per gratitudine, per una falsa politica, e per un'apparente necessità fu costretto ad allentare il freno della militar disciplina(401). Lusingò la vanità dei soldati coll'onore di portare l'anello d'oro, e permise loro di vivere nell'ozio de' quartieri colle proprie mogli. Aumentò la loro paga oltre ogni esempio passato, e gli avvezzò ad aspettarsi, e ben presto ad esigere donativi straordinari in ogni occasione di pubblico pericolo, o di pubbliche feste.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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