Pagina (184/475)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli promettea di seguitare nel suo governo i luminosi esempj di Marco Aurelio e di Augusto; ed affettava di recarsi a gloria la forte rassomiglianza che l'età sua e la sua fortuna avea con quella di Augusto, il quale nella prima gioventù con una guerra felice vendicò la morte del padre. Prendendo il nome di Marco Aurelio Antonino, figlio di Antonino, e nipote di Severo, tacitamente sostenne il suo ereditario diritto all'Impero; ma arrogandosi il potere tribunizio e proconsolare, avanti che un decreto del Senato glielo avesse conferito, offese la delicatezza dei pregiudizj romani. Questa nuova ed imprudente violazione della costituzione fondamentale dee forse attribuirsi all'ignoranza dei cortigiani della Siria, o alla sprezzante alterigia delle milizie che lo seguivano(459).
      L'attenzione del nuovo Imperatore veniva distratta dai più frivoli divertimenti, ond'egli consumò molti mesi nel pomposo suo viaggio dalla Siria nell'Italia, passò a Nicomedia il primo inverno dopo la sua vittoria, e differì fino alla nuova estate il suo trionfale ingresso nella capitale. Un fedele ritratto però, che lo precedette, e fu posto per ordin suo sull'altare della Vittoria nel tempio dove si radunava il Senato, presentò ai Romani la giusta, ma vergognosa immagine della persona e de' costumi di lui. Era dipinto nei suoi abiti sacerdotali di seta e d'oro, sciolti ed ondeggianti alla foggia dei Medi e dei Fenicj; portava un'alta tiara sul capo, e le numerose collane ed i monili, di cui andava adorno, erano tutti coperti di gemme preziose.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





Marco Aurelio Augusto Augusto Marco Aurelio Antonino Antonino Severo Impero Senato Siria Imperatore Siria Italia Nicomedia Vittoria Senato Romani Medi Fenicj