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      Epagalo, il principale condottiero dei sollevati, fu mandato lungi da Roma nell'onorevole impiego di Prefetto dell'Egitto: da quell'alto posto a poco a poco fu degradato al governo di Creta; e quando il tempo e la lontananza lo fecero dimenticare ai soldati, Alessandro, preso animo, gl'inflisse il tardo, ma giusto castigo de' suoi delitti(483). Sotto il regno di un Principe giusto e virtuoso, la tirannia dell'esercito minacciava di pronta morte i più fedeli di lui Ministri, quando si sospettava ch'essi volessero riformare i loro eccessivi disordini. Dione Cassio, lo Storico, aveva comandate lo legioni della Pannonia con i principi dell'antica disciplina: i loro compagni, che stavano a Roma, abbracciando la causa comune della licenza militare, domandarono la testa del riformatore. Alessandro, per altro, in cambio di cedere ai loro sediziosi clamori, mostrò quanto stimava i servizj ed il merito di Dione, facendolo suo collega nel Consolato, e pagando col suo proprio danaro la spesa di questa vana dignità; ma siccome giustamente si temeva, che se i soldati lo vedevano con le insegne della carica, non vendicassero nel suo sangue un tale insulto, il primo apparente magistrato della Repubblica, per consiglio dell'imperatore, si allontanò da Roma, e passò la maggior parte del suo consolato nelle proprie ville della Campania(484).
      La dolcezza dell'Imperatore aumentò l'insolenza delle truppe: le legioni imitarono l'esempio delle guardie, e difesero la loro prerogativa della licenza con lo stesso ostinato furore.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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