Un giorno, entrato egli nella piazza degli esercizj, le truppe o per un moto improvviso, o per tramata congiura, lo salutarono Imperatore: colle loro alte acclamazioni posero silenzio a' suoi ostinati rifiuti, e si affrettarono a compire la ribellione coll'assassinio di Alessandro Severo
Le circostanze di questa morte vengono riferite diversamente. Gl'Istorici, i quali suppongono, ch'egli morisse nell'ignoranza dell'ingratitudine ed ambizione di Massimino, affermano, che dopo avere preso un pasto frugale al cospetto dell'esercito, si ritirò a dormire, e che verso la settima ora del giorno, alcune delle sue proprie guardie entrarono impetuose nella tenda imperiale, e con molte ferite trucidarono il loro virtuoso e tranquillo Sovrano(530). Se si presta fede ad un altro, e veramente probabil racconto, Massimino fu rivestito della porpora da un numeroso distaccamento a qualche miglio di distanza dal quartier generale; ed egli fidava più sopra i desiderj secreti, che sulle pubbliche dichiarazioni del grande esercito, Alessandro ebbe bastante tempo di risvegliare nelle truppe un debole sentimento di fedeltà; ma lo loro vacillanti proteste subitamente svanirono all'apparire di Massimino, che si dichiarò l'amico, ed il protettore dell'ordine militare, e fu unanimemente riconosciuto Imperatore dei Romani dalle applaudenti legioni. Il figlio di Mammea, tradito ed abbandonato, desideroso almeno d'involare gli ultimi suoi momenti agl'insulti della moltitudine, si ritirò nella sua tenda. Lo seguitarono subito un tribuno ed alcuni centurioni ministri di morte, ma in luogo di ricevere con risoluta costanza l'inevitabile colpo, con pianti e suppliche inutili disonorò gli estremi della sua vita, e cangiò in disprezzo qualche parte di quella giusta pietà, che la sua innocenza e le sue disgrazie doveano risvegliare.
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