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      La di lui madre Mammea, all'ambizione ed all'avarizia della quale egli altamente imputava la sua rovina, perì con lui. I suoi più fidi amici caddero vittime del primo furore de' soldati; altri furono riservati alla più deliberata crudeltà dell'usurpatore, e quelli, che provarono un trattamento più dolce furono spogliati de' loro impieghi, ed ignominiosamente cacciati fuor della Corte e dell'esercito(531).
      I primi tiranni Caligola e Nerone, Commodo e Caracalla, furono tutti giovani dissoluti ed inesperti(532), educati nella porpora e corrotti dall'orgoglio dell'Impero, dal lusso di Roma, e dalla perfida voce dell'adulazione. La crudeltà di Massimino aveva una diversa origine; il timor del disprezzo. Benchè egli si fidasse all'affetto dei soldati, che lo amavano per le virtù simili alle loro, sapea che la sua vile barbara origine, la sua rozza apparenza, e la sua totale ignoranza delle arti e dei precetti della vita civile(533) formavano un contrasto molto svantaggioso cogli amabili costumi dello sventurato Alessandro. Egli si ricordava, che nella sua bassa fortuna avea spesso aspettato avanti alla porta dei superbi nobili Romani, e che gli era stato spesso negato l'ingresso dall'insolenza dei loro schiavi. Rammentava ancora l'amicizia di pochi, che aveano sollevata la sua povertà, ed assistite le sue nascenti speranze. Ma e quelli che aveano sprezzato, e quelli che aveano protetto il Trace, erano colpevoli dello stesso delitto, il quale era la cognizione della oscura di lui origine.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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