Quando l'esercito ebbe eletto Filippo ch'era Prefetto del Pretorio del terzo Gordiano, questi richiese di esser egli il solo Imperatore, nè lo potè ottenere. Richiese che fosse il potere ugualmente fra loro diviso; l'armata non diede orecchio alle sue parole: si contentò di essere abbassato al grado di Cesare; gli fu ricusato questo favore: pregò di essere almeno fatto Prefetto del Pretorio; furono rigettate le sue preghiere. Dimandò finalmente la vita. L'esercito in questi diversi giudizj esercitava la suprema Magistratura." Secondo lo Storico, il cui dubbio racconto è adottato dal Presidente di Montesquieu,
Filippo che in tutto quel negoziato avea tenuto un ostinato silenzio, inclinò a risparmiare l'innocente vita del suo benefattore; finchè ricordandosi, che la di lui innocenza poteva risvegliare una pericolosa compassione nel Mondo romano, comandò, senza riguardo a' di lui supplichevoli gridi, che fosse preso, spogliato, e condotto immantinente alla morte. Dopo un momento di pausa fu eseguita l'inumana sentenza(580).
Ritornato dall'Oriente in Roma, Filippo, desideroso di cancellare la memoria de' suoi delitti, ed acquistarsi l'amore del popolo, celebrò i giuochi secolari con infinita pompa e magnificenza. Da che gli aveva Augusto o istituiti o ristabiliti(581), erano stati celebrati da Claudio, da Domiziano, e da Severo, e furono allora rinovati por la quinta volta, terminando l'intero periodo di mille anni dalla fondazione di Roma. Ogni particolarità dei giuochi secolari era mirabilmente acconcia a destare una venerazione solenne e profonda negli animi superstiziosi.
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