Questa nazione
, dice Erodoto(597), rigetta l'uso de' templi, delle are, dei simulacri, e deride la follia di quei popoli, i quali s'immaginano che gli Dei derivino dalla natura umana o abbiano con essa qualche affinità. Le cime delle più alte montagne sono i luoghi destinati a sacrifizj. Gl'inni e le preci sono il culto principale. Il supremo Nume, che riempie il vasto cerchio del cielo, è l'oggetto a cui s'indirizzano". Nel tempo stesso però, da vero politeista li accusa di adorare la Terra, l'Acqua, il Fuoco, i Venti, il Sole e la Luna. Ma i Persiani hanno in ogni secolo smentita una tale accusa, spiegando la condotta equivoca, che sembrava accreditarla. Gli elementi, e più specialmente il Fuoco, la Luce ed il Sole, da essi chiamato Mithra, erano gli oggetti della loro religiosa venerazione, perchè li consideravano come i simboli più puri, le produzioni più nobili, e gli agenti più grandi della Potenza e Natura Divina(598).
Ogni religione, per fare una impressione profonda e durevole nello spirito umano, deve esercitare la nostra obbedienza, imponendo pratiche di devozione, delle quali non possiamo assegnare ragione veruna; e deve acquistare la nostra stima inculcando massime morali analoghe ai dettami del nostro cuore. La religione di Zoroastro abbondava moltissimo delle prime, e sufficientemente dell'altre. Il fedel Persiano, giunto alla pubertà, era adornato di una misteriosa cintura, pegno della protezione divina; e da quel momento in poi tutte le azioni della sua vita, anche le più indifferenti o le più necessarie, erano santificate da particolari preghiere, da giaculatorie o genuflessioni, l'omissione delle quali in qualunque circostanza era un grave peccato, non inferiore alla violazione dei doveri morali.
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