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      Finita sotto Marco Aurelio la guerra dei Parti, fu giudicato prudente cosa l'assicurarsi della lor dubbia fede con mezzi più certi. Furono perciò costruiti in varie parti del loro paese diversi Forti, ed una guarnigione romana fu posta nella fortissima piazza di Nisibe. Nella confusione che accompagnò la morte di Commodo, i Principi di Osroene procurarono di scuotere il giogo; ma l'austera politica di Severo assicurò la loro dipendenza(630), e la perfidia di Caracalla compì la facil conquista. Abgaro, ultimo Re di Edessa, fu mandato a Roma in catene, il suo regno fu ridotto in provincia, e la Capitale onorata col titolo di colonia. Così i Romani, quasi dieci anni avanti la rovina dell'Impero dei Parti, acquistarono di là dall'Eufrate un fermo e permanente stabilimento(631).
      [A. D. 230]La prudenza insieme e la sete di gloria avrebbero potuto giustificare la guerra per parte di Artaserse, se le sue mire si fossero limitate alla difesa, o all'acquisto di una vantaggiosa frontiera. Ma l'ambizioso Persiano apertamente manifestò un disegno molto più vasto di conquistare, e si credè di poter sostenere l'alte sue pretensioni con le armi della ragione insieme e della forza. Ciro, egli diceva, avea il primo soggiogata ed i successori avean posseduta per lungo tempo tutta l'estensione dell'Asia fino alla Propontide ed al mare Egeo. Sotto il loro Impero, le province della Caria e della Jonia erano state governate dai Satrapi persiani, e tutto l'Egitto fino ai confini dell'Etiopia avea riconosciuta la loro sovranità(632). Una lunga usurpazione aveva sospesi, ma non distrutti questi diritti; e non appena egli ebbe ricevuto il diadema persiano, che la nascita ed il fortunato valore messo gli aveano sopra la fronte, il principal dovere del suo posto lo richiamò a ristabilire gli antichi limiti e l'antico splendore della monarchia.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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