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      In vece di scacciare i Romani (com'ei pretendeva) dal continente dell'Asia, non gli fu possibile di togliere dalle loro mani la piccola provincia della Mesopotamia(638).
      [A. D. 240]Il Regno di Artaserse, che durò solamente 14 anni dopo l'ultima disfatta dei Parti, è un'epoca memorabile nella Storia orientale, e ancora nella romana. Sembra che il carattere di lui abbia avuto quell'espressione ardita ed imperiosa, che distingue generalmente i conquistatori degli eredi di un Impero. Fino all'ultimo periodo della Monarchia persiana, il codice delle sue leggi fu rispettato come la base del loro reggimento civile e religioso(639). Molte delle sue sentenze si sono conservate. Una di queste particolarmente mostra una profonda cognizione della costituzione del Governo. "L'autorità del Principe" (diceva Artaserse) "deve essere difesa dalla forza militare; questa forza non può mantenersi che colle tasse; tutte le tasse devono, in ultimo, cadere sull'agricoltura; e l'agricoltura non può mai fiorire se non è protetta dalla giustizia e dalla moderazione(640)." Artaserse lasciò a Sapore, figlio degno di un sì gran padre, il suo nuovo Impero ed i suoi ambiziosi disegni contro i Romani; ma questi disegni erano troppo vasti per le forze della Persia, e servirono soltanto ad involgere ambedue le nazioni in una lunga serie di sanguinose guerre, e di scambievoli calamità.
      I Persiani già da gran tempo dirozzati e corrotti, erano già lungi dal possedere quella marziale indipendenza, e quell'intrepido ardire di animo e di corpo, che hanno renduto i Barbari del settentrione padroni del Mondo.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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