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      Il castigare gl'insolenti, il saccheggiar gl'indifesi erano eguali motivi di far la guerra. Gli Stati pių formidabili della Germania si studiavano di circondare i loro territorj con una larga frontiera di solitudine e di devastazione. Cosė quella spaventosa distanza gli assicurava dai loro vicini, attestava il terrore delle loro armi, e in qualche modo li difendeva dal pericolo d'inaspettate incursioni(720).
      I BruteriTacito che parla) furono totalmente esterminati dalle vicine tribų(721), provocate dalla loro insolenza, lusingate dalla speranza del bottino, e forse inspirate dai Numi tutelari dell'Impero. Quasi sessantamila Barbari furon distrutti non dall'armi romane, ma sotto i nostri occhi, e per darci un grato spettacolo. Cosė le nazioni nemiche di Roma conservino sempre fra loro questa scambievole inimicizia. Noi siamo giunti al colmo della prosperitā(722), ed altro non ci resta ad implorare dalla fortuna, che le discordie dei Barbari(723).
      Questi sentimenti men degni dell'umanitā, che del patriottismo di Tacito, mostrano le invariabili massime di politica de' suoi concittadini. Consideravan eglino pių sicuro espediente il dividere, che il combattere quei Barbari, dalla disfatta dei quali non potean ritrarre nč onor nč vantaggio. Il danaro e gli artifizj di Roma penetravano nel cuore della Germania; e col giusto decoro si metteva in opera ogni seduzione per conciliarsi quei popoli, che la lor vicinanza al Danubio ed al Reno potea rendere utilissimi amici, o nemici pericolosissimi.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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