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      Le distinzioni dei feroci invasori erano continuamente mutate da loro medesimi, o confuse dagli attoniti sudditi dell'Impero romano(729).
      Le guerre e l'amministrazione dei pubblici affari sono i soggetti principali della Storia; ma il numero delle persone interessate in quelle scene di affari è molto diverso secondo che diversa è la condizione degli uomini. Nelle grandi Monarchie, milioni di sudditi ubbidienti attendono alle loro utili occupazioni in seno alla pace ed all'oscurità. L'attenzione dello scrittore e del lettore allora è solamente ristretta ad una Corte, ad una capitale, ad un esercito regolare, ed a distretti che accidentalmente divengono teatri di militari operazioni. Ma uno Stato d'indipendenza e barbarie, il tempo delle turbolenze civili, o la situazione delle piccole Repubbliche(730), mette quasi ogni membro della società in azione e per conseguenza in veduta. Le divisioni irregolari, e le inquiete turbolenze della Germania abbagliano la nostra immaginazione, e par che moltiplichino il loro numero. La prolissa enumerazione di tanti Re e di tanti guerrieri, di eserciti e di nazioni, ci fa quasi dimenticare, che i medesimi oggetti vengono continuamente ripetuti sotto nomi diversi e che spesso i nomi più illustri sono stati largamente conceduti agli oggetti meno degni di considerazione.
     
     
     
      CAPITOLO X.
     
      Gl'Imperatori Decio, Gallo, Emiliano, Valeriano e Gallieno. Irruzione generale dai Barbari. I trenta tiranni.
     
      [A.D. 248 268]I vent'anni, che scorsero dai grandiosi giuochi secolari di Filippo alla morte di Gallieno, furono una


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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