Ciriade, oscuro fuggitivo di Antiochia, imbrattato di tutti i vizj, fu scelto per disonorare la romana porpora; e dovè, benchè di mala voglia, il prigioniero esercito ratificare con le acclamazioni la volontà del vincitore persiano(872).
Lo schiavo imperiale fu premuroso d'assicurarsi il favore del suo padrone con un atto di tradimento verso la patria. Passò con Sapore l'Eufrate, e lo condusse per la via di Calcide alla Metropoli dell'Oriente. Così rapidi furono i movimenti della persiana cavalleria, che se creder si deve ad un assai giudizioso Istorico(873), la città di Antiochia fu sorpresa in tempo che l'oziosa moltitudine era tutta intenta ai divertimenti del teatro. I magnifici edifizj di Antiochia, sì privati che pubblici, furono o saccheggiati o distrutti, ed i numerosi abitatori o caddero trucidati o vennero condotti in ischiavitù(874). La risolutezza del gran Sacerdote di Emesa fece argine per un momento al torrente di quella devastazione. Adorno delle vesti sacerdotali, comparve alla testa di un numeroso corpo di fanatici contadini, armati solamente di fionde, e difese il suo Dio e il suo dominio contro le sacrileghe mani dei seguaci di Zoroastro(875). Ma la rovina di Tarso, e di molte altre città è una trista prova, che (tranne questo sol caso) la conquista della Siria e della Cilicia appena interruppe il progresso dell'armi persiane. Erano abbandonati i vantaggiosi angusti passi del monte Tauro, nei quali un invasore, la cui principale forza consisteva nella cavalleria, si sarebbe trovato impegnato in un combattimento assai diseguale, e si lasciò che Sapore assediasse Cesarea, capitale della Cappadocia; città la quale, benchè di secondo ordine, si supponeva che contenesse quattrocentomila abitanti.
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