Quando il favor de' soldati rivestiva le ripugnanti vittime con le insegne della sovrana autorità, esse talvolta si lagnavano in segreto del vicino lor fato. "Voi avete perduto," diceva Saturnino nel giorno della sua elevazione, "voi avete perduto un utile Comandante, ed avete fatto un miserabilissimo Imperatore"(896).
I timori di Saturnino furono giustificati dalla replicata esperienza delle rivoluzioni. De' diciannove Tiranni, che insorsero sotto il Regno di Gallieno, non ve ne fu alcuno, che godesse una vita pacifica, o morisse di una morte naturale. Appena erano rivestiti della sanguigna porpora, destavano ne' loro aderenti gli stessi terrori e la stessa ambizione, che avea data occasione alla propria lor ribellione. Circondati da domestiche cospirazioni, da militari sedizioni, e dalla guerra civile, tremavano sull'orlo del precipizio, nel quale, dopo un più lungo o più breve giro di angustie, inevitabilmente cadevano. Questi precarj Monarchi ricevevano però quegli onori, che l'adulazione delle respettive armate e province poteva ad essi concedere; ma la loro pretensione, sul ribellamento fondata non potè mai ottenere la sanzione della legge o della Storia. L'Italia, Roma e il Senato costantemente aderirono alla causa di Gallieno, ed egli solo fu considerato come Serrano dell'Impero. Questo Principe condiscese, per verità, a riconoscere le vittoriose armi di Odenato, che meritò questa onorifica distinzione per la rispettosa condotta da lui sempre tenuta verso il figliuolo di Valeriano.
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