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      Con generale applauso dei Romani e col consenso di Gallieno, il Senato conferì titolo di Augusto al valoroso Palmireno; e parve affidargli il governo dell'Oriente, da lui già posseduto così indipendentemente, che come successione privata Io lasciò alla illustre sua vedova Zenobia(897).
      I rapidi e continui passaggi dalla capanna al trono, e dal trono alla tomba avrebbero potuto divertire un indifferente filosofo; se possibil fosse ad un filosofo di rimanere indifferente in mezzo alle universali calamità del Genere Umano. L'elezione di questi effimeri Imperatori, la potenza, e la morto loro erano ugualmente ruinose pe' loro sudditi e pe' loro aderenti. Il prezzo della fatale loro elevazione era subito pagato alle truppe, con un immenso donativo, tratto dalle viscere di un popolo già spossato. Per virtuoso che fosse il loro carattere, e pure le loro intenzioni, si trovavano essi ridotti alla dura necessità di sostenere la loro usurpazione con frequenti atti di rapina e di crudeltà. Quando essi cadevano, involgevano gli eserciti e le province nella loro caduta. Esiste tuttora un barbaro mandato di Gallieno ad uno de' suoi ministri, dopo la soppressione d'Ingenuo, che presa aveva la porpora nell'Illirico. "Non basta" (dice questo debole, ma inumano Principe) "che voi esterminiate quelli che sono comparsi armati; la sorte di una battaglia avrebbe ugualmente potuto servirmi. I maschi di ogni età devono estirparsi, purchè nell'esecuzione de' ragazzi e de' vecchi voi possiate trovar mezzi per salvare la nostra riputazione.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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