Le scoscese lor rupi, che parte facevano dell'immenso Tauro, proteggevano l'innacessibil loro ritiro. Dalla coltivazione di alcune fertili valli(909) ricavavano essi il necessario della vita, e gli agi dall'uso della rapina. Nel centro della romana Monarchia, gli Isaurici lungamente continuarono ad essere una nazione di barbari selvaggi. I Principi successivi, inabili a sottometterli con l'armi o con la politica, dovettero confessare la propria debolezza, circondando l'ostile e indipendente cantone con una salda catena di fortificazioni(910), che furono spesso insufficienti a impedire le incursioni di quei domestici nemici. Gl'Isaurici estesero a poco a poco il lor territorio fino alla costa marittima, soggiogarono l'occidentale e montuosa parte della Cilicia, nido un tempo di quegli audaci pirati, contro i quali la Repubblica era stata una volta costretta ad impiegare la sua maggior forza sotto la condotta del gran Pompeo(911).
Il nostro modo di pensare connette sì volentieri l'ordine dell'Universo col destino dell'uomo, che questo tenebroso periodo di storia è stato illustrato con inondazioni, terremoti, straordinarie meteore, soprannaturali caligini, e con una folla di falsi esagerati prodigi(912). Ma una lunga e generale carestia fu ben più grave calamità. Fu questa l'inevitabile conseguenza della rapina e dell'oppressione, ch'estirpava il prodotto delle raccolte presenti, e la speranza delle future. La carestia vien quasi sempre seguita da mali epidemici, effetto del cibo scarso ed insalubre.
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