(227) Livio, Epitom. l. XIV. Valer. Mass. VI 3.
(228) Ved. nel lib. VIII di Livio la condotta di Manlio Torquato e di Papirio Cursore. Violavano essi le leggi della natura e dell'umanità, ma sostenevano quelle della militar disciplina, ed il popolo, che abborriva l'azione, era forzato a rispettare il principio.
(229) Pompeo ottenne dagli sconsiderati, ma liberi suffragi del popolo un comando militare poco inferiore a quello di Augusto. Tra gli atti straordinarj di autorità esercitati dal primo, si può notare la fondazione di ventinove città, e la distribuzione di sei o sette milioni di zecchini alle sue truppe. La ratifica di tali atti trovò qualche opposizione e dilazione nel Senato. Ved. Plut. Appian. Dione Cassio, ed il primo libro delle lettere ad Attico.
(230) Sotto la Repubblica il trionfo potea pretendersi da quel Generale soltanto, ch'era autorizzato a prender gli auspicj in nome del popolo. Per una esatta conseguenza derivante da questo principio di politica e di religione, il trionfo era riservato all'Imperatore, ed i suoi più fortunati Generali si contentavano di alcuni segni di distinzione inventati in lor favore sotto nome di onori trionfali.
(231) Cicerone, De Legib. III 3, alla Dignità Consolare dà il nome di Regia Potestas, e Polibio l. IV c. 3 osserva tre poteri nella Costituzione romana. Il potere monarchico era rappresentato, ed esercitato dai Consoli.
(232) Siccome la Potestà Tribunizia (diversa dall'uffizio annuale del Tribuno) fu inventata a riguardo del Dittatore Cesare (Dione 1. XLIV p. 364) essa gli fu data probabilmente come una ricompensa per avere così generosamente sostenuti colle armi i sacri diritti dei Tribuni e del popolo.
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