(244) Vedi Cicerone Philipp. I 16; Giuliano in Caesaribus.
Inque Deum templis jurabit Roma per umbras
esclama Lucano sdegnato. Ma questa indignazione è originata più dal patriottismo, che dalla devozione.
(245) Dione lib. LIII. p. 710 colle note curiose di Reimar.
(246) Mentre Ottaviano si avanzava verso il banchetto dei Cesari, il suo colore cambiava come quello del Camaleonte, pallido prima, di poi rosso, indi nero; prese finalmente il delicato colore di Venere, e delle Grazie: Caesares, p. 309. Questa immagine, impiegata da Giuliano nella sua ingegnosa finzione, è giusta e graziosa. Ma quando ei considera questo cambiamento di carattere come reale, e che lo attribuisce al potere della filosofia, egli fa troppo onore alla filosofia, e ad Ottaviano.
(247) Dugent'anni dopo lo stabilimento della Monarchia, l'Imperatore Marco Aurelio vanta il carattere di Bruto come un perfetto modello della virtù romana.
(248) È gran perdita per noi quella parte di Tacito, che trattava di questo avvenimento. Siamo forzati di contentarci dei rumori popolari riferiti da Giuseppe, e delle imperfette narrazioni di Dione e di Svetonio.
(249) Augusto restituì l'antica severità alla disciplina. Dopo le guerre civili non chiamò più i soldati Militones, ma solamente Milites; Sveton. in Aug. c. 25. Vedi la maniera colla quale Tiberio calmò la sedizione delle legioni della Pannonia. Tacito Annal. I.
(250) Queste parole par che fossero la formola determinata Ved. Tacito Annal. XIII 4.
(251) Il primo fu Camillo Scriboniano che prese l'armi nella Dalmazia contro Claudio, e fu abbandonato dalle sue proprie truppe in cinque giorni.
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