(716) Era questa la loro principale distinzione dai Sarmati, i quali generalmente combattevano a cavallo.
(717) La relazione di questa impresa occupa una gran parte dei libri quarto e quinto della Storia di Tacito, ed è più pregevole per l'eloquenza, che per la chiarezza. Enrico Saville vi ha osservate molte negligenze.
(718) Tacito Stor. IV 13. Avea come essi perduto un occhio.
(719) Erano comprese tra i due rami dell'antico Reno, come sussistevano prima che l'arte e la natura cambiassero l'aspetto del paese. Vedi Cluver. German. Antiq. l. II c. 30, 57.
(720) Caesar De Bell. Gall. l. VI 23.
(721) Sono essi però rammentati nel IV e V secolo da Nazzario, Ammiano, Claudiano ec. come una Tribù di Franchi. Vedi Cluver. Germ. Antiq. l. III c. 13.
(722) Urgentibus è la comun lezione; ma il buon senso, Lipsio ed alcuni Mss. si dichiararono per vergentibus.
(723) Tacit. German. c. 33. Il devoto abate de la Bleterie è molto sdegnato con Tacito; parla del diavolo, che fu un assassino fin da principio ec. ec.
(724) Possono rinvenirsi molte tracce di questa politica in Tacito ed in Dione; e molte più si possono dedurre dai principj della natura umana.
(725) Stor. Aug. p. 31. Ammian. Marcell. lib. XXXI c. 5. Aurel. Vittor. L'Imperatore Marco Aurelio fu ridotto a vendere i ricchi addobbi del palazzo, ed arruolare gli schiavi ed i ladri.
(726) I Marcomanni (colonia, che dalle rive del Reno occupò la Boemia e la Moravia) avevano una volta eretta una grande e formidabile Monarchia sotto il loro Re Marobodno.
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