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      I. La decisiva battaglia fu data vicino a Naisso, città della Dardania. A principio le legioni diedero in volta, oppresse dal numero, e disanimate dalle loro sventure. Inevitabile era la rovina loro, se non avesse l'abilità dell'Imperatore preparato un opportuno soccorso. Un grosso distaccamento di soldati, uscendo dai secreti e difficili passi delle montagne, che per ordine di lui avevan occupati, assalì improvvisamente la retroguardia dei vittoriosi Goti. L'attività di Claudio profittò del favorevol momento. Rianimò egli il coraggio delle sue truppe, riordinò le lor file, ed incalzò i Barbari da ogni parte. Narrasi che fossero cinquantamila uomini uccisi nella battaglia di Naisso. Vari numerosi corpi di Barbari, coprendo la loro ritirata con una mobile fortificazione di carriaggi, si ritirarono, o piuttosto fuggirono da quel campo di strage. II. Possiamo presumere che qualche insuperabile difficoltà, forse la stanchezza, forse la disubbidienza dei vincitori, non permettesse a Claudio di compire in un giorno la distruzione dei Goti. La guerra si sparse per le province della Mesia, della Tracia e della Macedonia, e le sue operazioni si ridussero a varie mosse, e sorprese, e tumultuari combattimenti sì per mare che per terra. Quando i Romani soffrirono qualche perdita, ordinariamente ciò avvenne o per la loro codardia o per la loro temerità; ma i superiori talenti dell'Imperatore, la sua perfetta pratica dei paesi, e la giudiziosa sua scelta de' provvedimenti e degli Uffiziali, assicurarono in moltissime occasioni il buon successo delle sue armi.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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