Da ogni parte della Siria, una regolar successione di convogli arrivava sicuramente al campo, che fu aumentato pel ritorno di Probo colle vittoriose sue truppe dalla conquista dell'Egitto. Allora fu che Zenobia risolvè di fuggire. Montò essa sul più veloce de' suoi dromedari73, ed era ormai giunta alle rive dell'Eufrate, quasi sessanta miglia da Palmira, quando fu sopraggiunta dai cavalli leggieri di Aureliano, che l'inseguivano, e presa e ricondotta indietro cattiva ai piedi dell'Imperatore. Subito dopo si arrese la sua Capitale, e fu trattata con inaspettata dolcezza. Le armi, i cavalli e i cammelli, con un immenso tesoro di oro, di argento, di seta e di pietre preziose, tutto fu dato al vincitore, che lasciando solamente una guarnigione di seicento arcieri, ritornò ad Emesa, ed impiegò qualche tempo in distribuire e premj e castighi nel fine di una guerra sì memorabile, la quale restituiva all'ubbidienza di Roma quelle Province, che fino dalla prigionia di Valeriano se n'eran sottratte.
Quando la Regina della Siria fu condotta alla presenza di Aureliano, questi le domandò fieramente, come avesse preteso di armarsi contro gl'Imperatori di Roma? La risposta di Zenobia fu una prudente mescolanza di rispetto e di fermezza. "Perché io sdegnava di riguardare un Aureolo, ed un Gallieno come Imperatori Romani. Riconosco voi solo per mio vincitore e Sovrano74". Ma siccome la fortezza nelle femmine è comunemente artificiale, così rare volte è stabile e consistente. Il coraggio di Zenobia la abbandonò nell'ora del cimento, ella tremò ai rabbiosi clamori de' soldati, che alto chiedevan l'immediata sua morte, obbliò la generosa disperazione di Cleopatra, che si era proposta per suo modello, ed ignominiosamente comprò la vita col sacrifizio della sua fama e dei suoi amici.
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