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      Furono all'esercito ed al popolo distribuiti liberali donativi; e varie istituzioni, o grate o utili alla città, contribuirono a perpetuare la gloria di Aureliano. Una considerabil porzione delle sue spoglie Orientali fu consacrata agli Dei di Roma; il Campidoglio, ed ogni altro tempio rilucevano per le offerte della sua fastosa pietà; e il solo tempio del Sole ricevè quasi quindicimila libbre di oro85. Quest'ultimo era d'una magnifica struttura, eretto dall'Imperatore sulla falda del Monte Quirinale, e dedicato, subito dopo il trionfo, a quel Nume, che Aureliano adorava come padre della sua vita e delle sue fortune. La madre di lui era stata una sacerdotessa inferiore in una cappella del Sole: una particolar devozione al Dio della Luce era un sentimento imbevuto, fin dall'infanzia, dal fortunato Agricoltore; ed ogni passo della sua elevazione, ogni vittoria del suo regno avvalorava la superstizione con la gratitudine86.
      Le armi di Aureliano aveano vinto gli stranieri e i domestici nemici della Repubblica. Siamo assicurati, che con il suo salutevol rigore, i misfatti e le fazioni, le male arti e la perniciosa connivenza, fecondi germogli di un debole ed oppressivo governo, furono estirpati da tutto il mondo Romano87. Ma se riflettiamo attentamente quanto più pronto è il progresso della corruzione, che la guarigione di essa, e se rammentiamo che il numero degli anni, abbandonati ai pubblici disordini, superava quello dei mesi destinati al marzial regno di Aureliano, dobbiam confessare che non bastavano pochi corti intervalli di pace per l'arduo lavoro di una riforma.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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