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      Mentre egli traversava l'aperta campagna con poca gente, fu all'improvviso circondato da una superior moltitudine di nemici. Egli si ritirò con difficoltà verso Langres, ma nella costernazion generale ricusarono i cittadini di aprir le porte: ed il ferito Principe fu con una corda tirato su dalle mura. Ma alla nuova del suo pericolo corsero le truppe Romane da ogni parte a soccorrerlo, e prima della sera egli aveva soddisfatto al suo onore, ed alla sua vendetta colla strage di seimila Alemanni242. Si potrebbero forse raccogliere dai monumenti di quei tempi le oscure tracce di molte altre vittorie riportate su i Barbari della Sarmazia e della Germania; ma non sarebbe questa tediosa ricerca ricompensata da diletto o da istruzione veruna.
      La regola che avea l'Imperator Probo adotta nel disporre dei vinti, fu imitata da Diocleziano e dai suoi colleghi. I Barbari prigionieri, cambiando la morte in ischiavitù, furono distribuiti tra i Provinciali, ed assegnati a quei distretti (nella Gallia sono specialmente indicati i territorj di Amiens, di Beauvais, di Cambrai, di Treveri, di Langres, e di Troyes243, i quali erano stati spopolati dalle calamità della guerra. Furono essi utilmente impiegali come pastori ed agricoltori; ma non fu ad essi permesso l'esercizio dell'armi, se non quando fu creduto espediente di arrolarli nelle milizie. Nè ricusarono gli Imperatori di dare, con un titolo meno servile, delle terre in proprietà a quelli tra i Barbari, che domandarono la protezione di Roma.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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