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      I più illustri membri del Senato, pe' quali sempre mostrò Diocleziano un'affettata stima, furono dal Collega di lui involti nella accusa di immaginarie congiure, e la possessione di una magnifica villa o di un ben coltivato territorio era interpretata come una convincente prova di colpa300. Il campo dei Pretoriani, che avea sì lungamente oppressa la Maestà di Roma, cominciò a proteggerla, e siccome quelle altere truppe conoscevano la decadenza del loro potere, eran naturalmente disposte a congiunger la loro forza coll'autorità del Senato. Fu per le savie misure di Diocleziano insensibilmente diminuito il numero dei Pretoriani, furono i loro privilegi aboliti301, e nel posto loro subentrarono due fedeli legioni dell'Illirico, che sotto i nuovi nomi di Gioviani e di Erculiani furono destinate a fare il servizio delle guardie Imperiali302. Ma la più fatale, benchè segreta ferita, che ricevesse il Senato dalle mani di Diocleziano e di Massimiano, fu l'inevitabil fatto della lunga lor lontananza. Finchè gli Imperatori risederono in Roma, poteva il Senato essere oppresso, ma difficilmente poteva esser negletto. I successori di Augusto usavano del potere di dettare tutte quelle leggi, che loro suggerir poteva la prudenza o il capriccio; ma queste leggi venivano ratificate dalla sanzione del Senato. Si conservava nelle sue deliberazioni e ne' suoi decreti l'immagine dell'antica libertà; ed i savi principi, che rispettavano i pregiudizi del popolo Romano, erano in qualche modo obbligati a tenere il linguaggio e la condotta conveniente al Generale ed al primo Magistrato della Repubblica.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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