All'abuso della vittoria succedè l'abuso delle leggi e della giustizia. Una formidabile armata di Sicofanti, e di delatori invase l'Affrica: i ricchi ed i nobili furono facilmente convinti d'intelligenza co' ribelli; e quelli tra loro, che provarono la clemenza dell'Imperatore, furono solamente puniti colla confiscazione dei loro beni374. Una così segnalata vittoria venne celebrata con trionfo magnifico, e Massenzio espose agli occhi del popolo le spoglie ed i prigionieri di una Provincia Romana. Lo stato della Capitale non era meno compassionevole di quello dell'Affrica. L'opulenza di Roma forniva un impensato fondo per le vane e prodighe spese di Massenzio, ed i ministri delle sue entrate erano eccellenti nell'arte della rapina. Sotto il regno di lui fu per la prima volta inventato il metodo di esigere dai Senatori un libero donativo; e siccome ne fu insensibilmente aumentata la somma, così i pretesti di esigerlo, vale a dire una vittoria, una nascita, un matrimonio, un consolato imperiale, furono a proporzione moltiplicati375. Era Massenzio imbevuto di quella stessa implacabile avversione verso il Senato, che avea contraddistinto la maggior parte dei primi tiranni di Roma: nè era possibile, che il suo ingrato carattere perdonasse alla generosa fedeltà, che lo aveva innalzato al trono, e sostenuto contro tutti i suoi nemici. Erano le vite dei Senatori esposte ai suoi gelosi sospetti, e il disonore delle loro consorti e delle figlie loro aumentava la soddisfazione dei suoi sensuali piaceri.
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