Conferma il valore ed il pericolo di Costantino una leggiera ferita, ch'esso ricevè nella coscia, ma può rilevarsi anche da un'imperfetta narrazione, e forse da un testo corrotto, che fu cagione della vittoria non meno la condotta del Generale, che il coraggio dell'Eroe: che un corpo di cinquemila arcieri girò ad occupare un folto bosco nella retroguardia del nemico, la cui attenzione era impegnata nella costruzione di un ponte; e che Licinio, confuso per tante artificiose evoluzioni, fu contro sua voglia tirato dal suo vantaggioso posto a combattere nella pianura. Il combattimento allora non fu più uguale; la confusa moltitudine delle nuove reclute di lui restò facilmente vinta dagli sperimentati veterani dell'Occidente. Si dice che trentaquattromila uomini vi fossero uccisi. Il campo fortificato di Licinio fu preso per assalto la sera della battaglia; la maggior parte de' fuggitivi, che si erano ritirati alle montagne, si renderono il giorno dopo alla discrezione del vincitore; ed il suo rivale, che non potè più tenersi in campagna aperta, si chiuse dentro le mura di Bisanzio437.
L'assedio di questa città, che fu immediatamente intrapreso da Costantino, era molto laborioso ed incerto. Le fortificazioni di quella piazza, che si risguardava con tanta ragione, come la chiave dell'Europa e dell'Asia, erano state riparate ed accresciute nelle ultime guerre civili; e finchè Licinio fu padrone del mare, la guarnigione era molto meno esposta al pericolo della fame, che l'armata degli assedianti.
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