L'espulsione de' demonj da' corpi di quegl'infelici, ch'essi avevano avuto la permissione di tormentare, si risguardava come un segnalato, quantunque ordinario, trionfo della religione, ed è più volte allegato dagli antichi Apologisti come la prova più convincente della verità del Cristianesimo. Per ordinario questa terribile cerimonia si faceva in pubblico ed in presenza di un gran numero di spettatori; veniva liberato il paziente dal potere e dall'arte dell'esorcista, ed il demonio, superato, si udiva confessare, ch'esso era uno de' favolosi Dei dell'antichità, che aveva empiamente usurpato le adorazioni dell'uman genere517. Ma la cura miracolosa delle più inveterate ed anche non naturali malattie non può cagionarci sorpresa veruna, se riflettiamo che al tempo d'Ireneo, cioè verso il fine del secondo secolo, il risuscitare un morto era ben lontano dal risguardarsi come un evento straordinario, che tal miracolo frequentemente facevasi nelle necessarie occasioni per mezzo di gran digiuni, e delle preghiere insieme unite della Chiesa del luogo, dove occorreva di farsi; e che le persone, in tal modo restituite in vita per le loro preci, vivevano dopo quel tempo fra loro molt'anni518. In un tempo, in cui la fede poteva vantare tante maravigliose vittorie sopra la morte, sembra difficile a render ragione dello scetticismo di que' filosofi, che tuttavia rigettavano e deridevano la dottrina della risurrezione. Un nobile Greco aveva ridotto a questo punto importante tutta la controversia, ed avea promesso a Teofilo, Vescovo d'Antiochia, che se poteva esser soddisfatto colla vista di una sola persona, che si fosse attualmente fatta risorgere da morte a vita, immediatamente avrebbe abbracciato la religione di Cristo.
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