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      Invece di un intero sagrifizio de' beni di ognuno, da' ministri dell'Evangelio ne fu accettata una moderata porzione, e nelle loro eddomadali, o mensuali adunanze ogni fedele, secondo che esigeva l'occasione, ed a misura della propria ricchezza e pietà, presentava la sua volontaria offerta per uso della società comune572. Nessuna cosa, quantunque tenue si ricusava; ma premurosamente inculcavasi che rispetto alle decime la legge Mosaica era sempre di obbligazione divina; che essendo stato comandato agli Ebrei, sotto una disciplina meno perfetta, di pagare la decima parte di tutto ciò che possedevano, era ben conveniente che i discepoli di Cristo si distinguessero con una maggior liberalità573, ed acquistassero qualche merito col privarsi di un bene superfluo, che sì presto dovevasi annichilare insieme col mondo574. Egli è quasi superfluo l'osservare, ch'essendo l'entrata d ogni Chiesa particolare così fluttuante ed incerta, debb'essere stata varia secondo la povertà, o l'opulenza de fedeli, e secondo che si trovavano dispersi in oscuri villaggi, od uniti nelle grandi Città dell'Impero. Nel tempo dell'Imperator Decio era opinione de' Magistrati, che i Cristiani di Roma, possedessero grandi ricchezze, che si usassero nel loro culto religioso vasi d'oro o d'argento, e che molti fra' proseliti avessero vendute le proprie terre e case per accrescere le pubbliche sostanze della comunità, a spese in vero degl'infelici lor figli, che si trovavan mendichi, perchè i loro padri erano stati santi575. Dovremmo con diffidenza prestare orecchio ai sospetti degli stranieri e nemici: in quest'occasione però acquistano un colore molto specioso o probabile dalle seguenti due circostanze, le sole giunte a nostra notizia, che diffiniscano una somma precisa, o dieno una idea distinta.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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