311 Lattanzio de M. P. c. 7.
312 "Indicta lex nova quae sane illorum temporum modestia tolerabilis, in perniciem processit." Aurelio Vittore, il quale ha delineato il carattere di Diocleziano con buon senso, ma in cattivo latino. "Solus omnium post conditum Romanum Imperium, qui ex tanto fastigio sponte ad privatae vitae statum civitatemque remearet." Eutrop. IX. 28.
313 Le particolarità del viaggio, e della malattia sono prese da Lattanzio (c. 17.) che può talvolta fare autorità per i fatti pubblici, benchè raramente per gli aneddoti particolari.
314 Aurelio Vittore attribuisce la rinunzia, di cui si eran fatti tanti vari giudizi, primo al disprezzo che avea Diocleziano per l'ambizione; e secondariamente, al suo timore delle soprastanti turbolenze. Uno dei Panegiristi (VI. 9.) assegna l'età e le infermità di Diocleziano come naturale cagione del suo ritiro.
315 Le difficoltà non meno che gli sbagli che accompagnano le date dell'anno e del giorno della rinunzia di Diocleziano, sono perfettamente schiarite da Tillemont, Stor. degli Imperatori, tom. IV. Pag. 525. Nota 19. e dal Pagi ad annum.
316 Vedi Panegyr. Veter. VI. 9. L'orazione fu recitata dopo che Massimiano ebbe ripresa la porpora.
317 Eumenio gli fa un bellissimo elogio. "At enim divinum illum virum, qui primus Imperium et participavit et posuit, consilii et facti sui non paenitet; nec amisisse se putat quod sponte transcripsit. Felix beatusque vere quem vestra tantorum Principum colunt obsequia privatum!" Panegyr. Vet.
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