Lattanzio ama queste poetiche allusioni.
358 Castra super Tusci si ponere Tybridis undas; (Jubeus)
Hesperios audax veniam metator in agrosTu quoscumque voles in planum effundere muros,
His aries actus disperget saxa lacertis,
Illu licet, penitus tolli quam jusseris urbem,
Roma sit.
Lucan. Phars. 381.
359 Lattanzio de M. P. c. 27. Zosimo l. II p. 82. Questici fa sapere, che Costantino, nel suo abboccamento con Massimiano,
avea promesso di dichiarare la guerra a Galerio.
360 Tillemont (Hist. des Emp. T. IV. P. I. p, 559.) ha provato che Licinio, senza passare pel grado intermedio di Cesare, fu dichiarato Augusto gli 11. Novembre dell'anno 307 dopo il ritorno di Galerio dall'Italia.
361 Lattanzio de M. P. c. 32. Quando Galerio innalzò Licinio alla medesima dignità della sua, e lo dichiarò Augusto, credè di poter contentare il suo giovane collega, immaginando per Costantino e Massimino (e non Massenzio, Vedi Baluzio p. 81.) il nuovo titolo di figli degli Augusti. Ma Massimino gli fece sapere, ch'egli era già stato salutato Augusto dall'esercito; o allora Galerio fu obbligato di riconoscere questo Principe non altrimenti che Costantino, come eguali associati alla dignità Imperiale.
362 Vedi Panegyr. Vet. VI. 9. Audi doloris nostri liberam vocem etc. Tutto questo passo è dettato dalla più fina e accorta adulazione, ed è espresso con un'eloquenza facile e piacevole.
363 Lattanzio de M. P. c. 28. Zosimo l. II. p. 82. Si fece correre il rumore, che Massenzio era figlio di qualche oscuro Siriano, e che la moglie di Massimiano l'avea sostituito al suo proprio figliuolo, V. Aurelio Vittore, Anonim.
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