Ond'è alquanto singolare che Ignazio (Epist. ad Smirn. Patr. Apost. Tom. II. p. 34) volesse far uso di una dubbiosa ed incerta tradizione, piuttosto che citare la sicura testimonianza degli Evangelisti.
478 Faciunt favos et vespae; faciunt ecclesias et Marcionitae. Questa è la forte espressione di Tertulliano, che io son costretto di citare a memoria. Al tempo di Epifanio (adv. Haeres. p. 302) i Marcioniti eran molto numerosi nell'Italia, nella Siria, nell'Egitto, nell'Arabia, e nella Persia.
479 Agostino somministra un memorabil esempio di questo successivo progresso dalla ragione alla fede. Esso fu per molti anni impugnato nella setta de' Manichei.
480 L'unanime sentimento della primitiva Chiesa è molto chiaramente spiegato da Giustino martire (Apolog. Major.), da Atenagora (Legat. c. 22. ec.), da Lattanzio (Inst. Divin. II. 14-19).
481 Tertulliano (Apol. c. 23) allega la confessione degli stessi Demonj, ogni volta che venivano tormentati dagli Esorcisti Cristiani.
482 Tertulliano ha composto un rigidissimo trattato contro l'idolatria per cautelare i suoi fratelli dal continuo pencolo di cadervi. Recogita sylvam, et quantae latitant spinae. De Corona Militis c. 10.
483 Il Senato Romano si adunava sempre in un Tempio o in altro luogo consacrato (Aul. Gellio XIV). Avanti di entrare in materia, ogni Senatore versava una porzione di vino e d'incenso sopra l'altare. Sueton. in August. c. 35.
484 Vedi Tertulliano De spectaculis. Questo rigoroso riformatore non si dimostra più indulgente per una tragedia d'Euripide, che per un combattimento di gladiatori.
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