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      Ma per li Principi ed i Magistrati dell'antica Roma erano affatto ignoti que' principj, che inspiravano ed autorizzavano l'inflessibile ostinazione de' Cristiani nella causa della verità, nè potevano da se stessi scuoprire ne' loro petti alcun motivo, che gli avesse indotti a ricusare una legittima, e quasi natural sommissione alle sacre instituzioni della patria loro. La medesima ragione, che contribuisce ad alleggerire la reità delle lor persecuzioni, doveva tendere a diminuirne il rigore. Siccome operava sopra di essi non già il furioso zelo de' devoti, ma la moderata politica de' legislatori, spesse volte doveva il disprezzo far rallentare, e la compassione far sospendere l'esecuzione di quelle leggi, ch'esse avevan fatte contro gli umili ed oscuri seguaci di Cristo. Dalla general considerazione del lor carattere e de' motivi che avevano, possiam naturalmente concludere: I. che passò un tempo considerabile avanti ch'essi riguardassero i nuovi settari come un oggetto, che meritasse l'attenzion del Governo; II. che nell'esame di ognuno de' loro sudditi, che fosse accusato di un delitto sì singolare, procedevano con cautela e ripugnanza; III. ch'essi erano moderati nell'uso delle pene; e IV. che l'afflitta Chiesa godè molti intervalli di pace e di tranquillità. Nonostante la trascurata indifferenza, che han dimostrato i più abbondanti, ed i più minuti fra' Gentili scrittori per gli affari de' Cristiani(24), possiam tuttavia confermare ciascheduna di queste probabili supposizioni con la testimonianza di autentici fatti.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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