Il rifiuto di Cipriano fu stabile e decisivo; ed il Magistrato, dopo ch'ebbe udita l'opinione del suo consiglio, con qualche ripugnanza pronunziņ la sentenza di morte. Questa fu conceputa ne' termini seguenti. "Che immediatamente sia decapitato Tascio Cipriano, come nemico degli Dei di Roma, come capo e condottiero di una rea societą, la quale da esso č stata sedotta ad empiamente resistere alle leggi de' santissimi Imperatori Valeriano e Gallieno(87)." La forma della sua esecuzione fu la pił mite e la meno penosa, che dar si potesse ad una persona convinta di un delitto capitale; nč fu adoperato l'uso della tortura, per ottenere dal Vescovo di Cartagine o l'abbiurazione delle sue massime, o la scoperta de' complici.
Tosto che fu pubblicata la sentenza, "Noi moriremo con lui" gridņ generalmente tutta insieme la moltitudine(88) dei Cristiani, che stava ad ascoltare avanti le porte del Palazzo. Le generose loro dimostrazioni di zelo e di affetto non furono nč vantaggiose a Cipriano, nč per loro stessi pericolose. Fu egli condotto sotto la guardia de' Tribuni e de' Centurioni, senza resistenza, e senza insulto, al luogo dell'esecuzione, ch'era una spaziosa pianura vicina alla cittą, ed era gią piena di un gran numero di spettatori. A' fedeli di lui Diaconi e Preti fu concesso di accompagnare il Santo lor Vescovo. Essi l'aiutarono a togliersi le vesti di sopra, stesero sul terreno de' panni per raccoglier le preziose reliquie del suo sangue, e da esso riceveron l'ordine di dare venticinque monete d'oro all'esecutore.
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