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      Un contegno sì conforme alla ragione veniva spesso autorizzato dall'avviso e dall'esempio de' più santi Prelati, e sembra, che fosse censurato da pochi, se si eccettuino i Montanisti, che dal loro stretto ed ostinato attaccamento pel rigore dell'antica disciplina furon condotti all'eresia(101). II. I Governatori delle Province, ne' quali non prevaleva lo zelo all'avarizia, avevano introdotto il costume di vendere degli attestati (o come si dicevan libelli) ne' quali facevan fede, che le persone ivi menzionate avean soddisfatto alle leggi, e sacrificato alle Romane divinità. Producendo queste false dichiarazioni, potevano gli opulenti e timorosi Cristiani ridurre al silenzio la malignità di un accusatore, e in qualche modo conciliare la religione con la loro salvezza. Una tenue penitenza poi serviva a purgare questa profana dissimulazione(102). III. In ogni persecuzione si trovava un gran numero d'indegni Cristiani, che pubblicamente negavano, o rinunciavano la fede che professavano; e che confermavan la sincerità di loro abbiura con gli atti legali di ardere incenso, o di offerire sacrifizii. Alcuni di questi apostati cedevano alla prima esortazione o minaccia del Magistrato, mentre la pazienza d'altri era vinta dalla lunghezza e reiterazion de' tormenti. I volti spaventati di alcuni tradivano i loro interni contrasti, mentre altri s'avanzavano con fiducia ed ilarità verso gli altari degli Dei(103). Ma la finzione, indotta dal timore, non durava più lungamente del presente pericolo.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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