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      In questa mite persecuzione possiam ravvisar sempre lo spirito indulgente di Roma e del Politeismo, che sì facilmente ammetteva ogni cosa in favore di quelli, che praticavano le religiose cerimonie de' loro Padri(112).
      Ma presto spirarono, insieme con l'autorità di Severo, le leggi ch'egli avea fatte; ed i Cristiani, dopo questa accidentale tempesta, goderono una calma di trentotto anni(113). Fino a quest'epoca essi avevano per ordinario tenuto le loro assemblee in case private ed in luoghi remoti. Fu loro permesso in questo tempo di erigere e di consacrare edifizi atti all'esercizio del culto religioso(114), di comprar terre anche nell'istessa Roma per uso della comunità; e di far l'elezioni de' lor ministri Ecclesiastici in una forma così pubblica, e nel tempo stesso così esemplare da meritar la rispettosa attenzione dei Gentili(115). Questo lungo riposo della Chiesa fu congiunto con la dignità. I regni di que' Principi, che traevan l'origine dalle Province dell'Asia, furono i più favorevoli per li Cristiani: le persone eminenti di questa setta, invece d'essere ridotte ad implorare la protezione di uno schiavo, o d'una concubina, erano ammesse nel Palazzo coll'onorevol carattere di sacerdoti e di filosofi; e le lor misteriose dottrine, ch'erano già sparse fra il popolo, insensibilmente attirarono la curiosità del Sovrano. Quando l'Imperatrice Mammea passò da Antiochia, dimostrò desiderio di trattar col celebre Origene, che avea diffuso la fama della sua pietà e dottrina per l'Oriente.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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