Alcuni delicati e sottili errori, ch'egli adottò imprudentemente, ed ostinatamente sostenne intorno alla dottrina della Trinità, eccitarono lo zelo e lo sdegno delle Chiese orientali(131). I Vescovi, dall'Egitto fino al Ponto Eusino, si posero in armi ed in movimento. Furon tenuti vari Concili, pubblicate confutazioni, pronunziate scomuniche, accettate e ricusate a vicenda dichiarazioni ambigue, conclusi e violati trattati, e finalmente Paolo di Samosata fu spogliato del suo carattere Episcopale per sentenza di settanta o ottanta Vescovi, che a tal fine si adunarono in Antiochia, e che, senza consultare i diritti del Clero e del Popolo, gli elessero di loro autorità un successore. La manifesta irregolarità di questo procedere accrebbe il numero de' malcontenti faziosi; e siccome Paolo, che non era nuovo negli artifizi delle Corti, s'era insinuato nel favor di Zenobia, per più di quattr'anni si mantenne in possesso della casa e dell'uffizio Episcopale. La vittoria d'Aureliano cangiò l'aspetto delle cose in Oriente, ed i due discordi partiti che attribuivansi l'un l'altro gli epiteti di scisma e d'eresia, ebbero l'ordine, o la permissione di agitar la causa avanti al tribunale del conquistatore. Questo pubblico e molto singolar giudizio serve a dare una convincente prova, che si riconosceva l'esistenza, la proprietà, i privilegi e l'intrinseco governo de' Cristiani, se non dalle leggi, almeno da' Magistrati dell'Impero. Poteva difficilmente aspettarsi, che Aureliano, come Gentile e soldato, entrasse a discutere, se le opinioni di Paolo o quelle de' suoi avversari fossero le più conformi alla verità della fede ortodossa.
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