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      Ma l'autorità del Governo e l'impegno de' Pagani poterono facilmente eseguire la distruzione delle Chiese. In alcune Province però i Magistrati si contentarono di far chiudere i luoghi del culto religioso; in altre più alla lettera eseguirono i termini dell'editto, e dopo aver tirato fuori le porte, i banchi, ed il pulpito, che fecero bruciare come un rogo funereo, totalmente demolirono il resto degli edifizi(162). Forse a quella trista occasione si deve applicare un'istoria molto considerabile che si racconta con tanto varie ed improbabili circostanze, che serve ad eccitare piuttosto che a soddisfar la nostra curiosità. Pare che in una piccola città della Frigia, di cui non ci è rimasto nè il nome nè la situazione, tanto i Magistrati quanto il corpo del popolo avessero abbracciato la fede Cristiana; e siccome poteva temersi qualche resistenza all'effettuazion dell'editto, così il Governatore della Provincia ebbe il rinforzo di un numeroso distaccamento di legionari. All'avvicinarsi di questi, i Cittadini si ritirarono dentro la Chiesa, risoluti o di difender con le armi il sacro edifizio o di perire sotto le sue rovine. Rigettarono con isdegno la notizia e la permissione data loro di ritirarsi, a segno che irritati i soldati dalla lor ostinazione posero fuoco da tutte le parti alla fabbrica, e con questa specie straordinaria di martirio consumarono un gran numero di Frigj con le lor mogli e figliuoli(163).
      Alcune leggiere turbolenze insorte nella Siria e sulle frontiere dell'Armenia, quantunque soppresse quasi nel tempo medesimo in cui furono suscitate, diedero a' nemici della Chiesa un'occasione molto plausibile d'insinuare, che s'erano quelle segretamente fomentate dagl'intrighi de' Vescovi, i quali avevano già dimenticato le fastose lor professioni di passiva ed illimitata obbedienza(164). L'ira o i timori di Diocleziano finalmente lo trasportarono oltre i limiti della moderazione, che fino allora avea conservato; ed in una serie di crudeli editti dichiarò l'intenzione che aveva di abolire il nome Cristiano.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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