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      Col primo di questi editti s'ordinò a' Governatori delle Province di catturar tutti quelli del ceto Ecclesiastico, e le carceri, destinate pei delinquenti più vili, furon tosto piene di una moltitudine di Vescovi, di Preti, di Diaconi, di Lettori e di Esorcisti. Con un secondo editto, fu comandato a' Magistrati d'impiegar ogni sorta di severità, che potesse richiamarli dall'odiosa loro superstizione, ed obbligarli a tornare al Culto già stabilito degli Dei. Quest'ordine rigoroso fu esteso da un altro editto a tutto il corpo de' Cristiani, che furono esposti ad una violenta e generale persecuzione(165). In vece di que' freni salutari, ch'esigevano la diretta e solenne testimonianza di un accusatore, il dovere non meno che l'interesse degli uffiziali Imperiali divenne quello di scuoprire, di perseguitare, e di tormentare i più distinti Fedeli. Furono stabilite gravi pene contro tutti coloro, che avesser preteso di salvare un proscritto settario dal giusto sdegno degli Dei e degl'Imperatori. Nonostante però la severità di tal legge, il virtuoso coraggio, ch'ebbero molti Pagani di celare i loro amici o congiunti, somministra una prova onorevole che il furore della superstizione non aveva estinto ne' loro animi i sentimenti della natura e della compassione(166).
      Appena Diocleziano ebbe pubblicato i suoi editti contro i Cristiani, che desiderando egli di commettere ad altre mani l'opera della persecuzione, si spogliò della porpora Imperiale. Il carattere e la situazione de' suoi colleghi e successori li mossero talvolta a mantenere in vigore, e talvolta a sospendere l'esecuzione di queste rigorose leggi, nè acquistar possiamo una giusta e distinta idea di quest'importante periodo d'istoria Ecclesiastica, se non consideriamo separatamente lo stato del Cristianesimo nelle diverse parti dell'Impero per lo spazio di dieci anni, che passarono fra' primi editti di Diocleziano, e la pace finale della Chiesa.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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