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      SAGGIODI
      CONFUTAZIONEDE' DUE CAPI XV. E XVI.
      DELL'ISTORIA DIEDOARDO GIBBON
      SPETTANTI ALL'ESAME DEL CRISTIANESIMOCOMPENDIO DI UN'OPERA DI NICOLA SPEDALIERI.
     
      Mala et impia consuetudo est contra Deos disputare,
      sive animo id fiat, sive simulate.
     
      Cic. de Nat. Deor. lib. II.
     
     
     
      SAGGIODI
      CONFUTAZIONEDEL CAP. XV.
     
      Si protesta a bel principio il Sig. Gibbon di voler fare una ricerca intorno al progresso e stabilimento del Cristianesimo, guidato unicamente dal candore e dalla ragione, e lo fa con un'arte e con una prevenzione, che comincia dalle prime mosse a svelarsi. Egli si lagna essere i monumenti de' primi tempi della Chiesa sospetti ed imperfetti; e li rende tali la mala fede, colla quale egli, dove li tronca, dove gli altera, dove vi aggiunge capricciosi comenti per far nascere le difficoltà, dalle quali si finge imbarazzato. Incontra un'altra gran difficoltà, ch'egli ascrive alla legge dell'Imparzialità, ed è quella di calunniare i Cristiani, anche dove la critica più severa li terrebbe al coperto della maldicenza. Sarà nostro dovere di andarne di mano in mano somministrando le prove, per quanto ci sarà permesso dagli angusti limiti, che ci siamo prefissi.
      Nel proporre l'argomento del capo, ad onta della ambiguità, colla quale si spiega per parer Cristiano, e delle proteste che fa di rispettare la cagione primaria de' rapidi progressi della Chiesa Cristiana, determina abbastanza il lettore ad accorgersi, ch'egli intende provare, nulla in tale avvenimento osservarsi di sovrannaturale, ma esser tutto a naturali cagioni dovuto.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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