La riprovazione de' pretesi saggi e virtuosi Pagani ben intesa non offende nč l'umanitą, nč la ragione del nostro secolo, ma come si debba intendere secondo la fede cattolica, nč noi possiamo brevemente spiegarlo, nč ai semplici nuoce il non saperlo. Giova l'udire, che questi sentimenti spargevano di amarezza un sistema d'amore; poichč tanto pił ci maravigliamo, come l'Autore abbia riposta in questa dottrina la sua seconda cagion de' progressi del Cristianesimo, quanto pił candidamente egli ne accenna gli effetti contrari.
Terza Conclusione che dee provare l'Autore. Il dono de' miracoli falsamente attribuito alla Chiesa primitiva fu una delle cagioni naturali dello stabilimento e dei progressi del Cristianesimo.
RISTRETTO. I doni soprannaturali, che dicesi avere ricevuti i primi Cristiani, dovevano contribuire a convincere gl'Infedeli. Oltre i prodigi accidentali, la Chiesa si č arrogata sin dagli Apostoli una successione non interrotta di facoltą miracolose, come il dono delle lingue, le visioni e le profezie, il potere di scacciare i demonj, di sanar gli ammalati e di resuscitare i morti. Ireneo, che attribuisce il dono delle lingue ai suoi contemporanei, dice di se stesso, che predicando l'Evangelio nelle Gallie, doveva contrastare colle difficoltą di un dialetto barbaro. E se i Cristiani d'allora richiamavano a vita gli estinti, come ne fa testimonianza Ireneo, lo Scetticismo di que' tempi non si potrebbe spiegare. Teofilo ricusņ di dar questa prova ad un Pagano che si sarebbe convertito.
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