Nella qual satira però non sappiamo, se la stolidezza non superi la malignità; perocchè supponendo i Cristiani illusi riguardo a se stessi, l'inganno non potea provenire se non dall'essere persuasi del divino potere di Gesù Cristo e dell'efficacia delle sue promesse, senza la qual persuasione non si sa comprendere come potevano vantarsi di far miracoli a nome di Cristo. La fede adunque de' propri miracoli si risolveva ne' miracoli di Cristo; non credevano ai miracoli di Cristo per un somigliante potere che attribuivano a se stessi.
I Cristiani confessavano e confessano sorpassare i misteri le forze del loro intelletto; e li credevano e li credono sulla forza de' miracoli, i quali provano averli Iddio rivelati. E questa è necessità di conseguenza, non facilità di credere.
Assuefatti, prosegue l'Autore, ad osservare ed a rispettare l'ordine invariabile della natura, la nostra ragione o almeno la nostra fantasia non è preparata sufficientemente a sostenere l'azione visibile della Divinità, cioè a credere, che Iddio possa o voglia mutare l'ordine naturale: e siccome in ogni tempo l'ordine della natura si è osservato invariabile, in ogni tempo, gli uomini avrebbero dovuto rigettare i miracoli. Ma si è dimostrato contro lo Spinosa non tanto da' Teologi, quanto da' filosofi di tutte le Sette, che l'ordine naturale, invariabile rispetto alle creature, è soggetto al volere del Creatore, il quale per puro suo beneplacito prescrisse alla materia piuttosto queste leggi che altre, come chiaramente si osserva da' Fisici nel moto degli astri, il quale, comunque si concepisca, in niun modo ripugna alla materia.
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