Secondo, cotesti uomini di spirito trascurarono d'informarsi delle cose de' Cristiani, e prevenuti ch'eglino fossero fanatici, non gli degnarono dei loro pensieri. Ora chi non si applica, chi non esamina, non fonda presunzione contro fatti esaminati, da chi vi prendeva interesse.
Terzo, Celso si vantò di aver letti e meditati gli Evangeli; ed in questi libri si rinvengono le circostanze de' fatti, i nomi de' testimonj, i luoghi ne' quali furono operati, le occasioni nelle quali avvennero, le persone che ne furono onorate, le critiche de' nemici, ch'è quanto a dire tutto quello che si ricerca per farne un esame sufficiente. Giacchè questi scritti erano noti ai Gentili; giacchè questi miracoli si pubblicavano a voce, e quasi sempre colle vive opposizioni de' Giudei, come si è potuto dire, che i Cristiani esigevano una tacita sommissione?
Argomento terzo. Gli Apologisti Cristiani che presero la difesa di loro medesimi, della lor religione e de' loro angustiati fratelli, quando vogliono mostrare la divina origine del Cristianesimo insistono sulle profezie atte a convincere un Giudeo, non un Gentile. Se avessero avuto buoni argomenti a far valere i miracoli di Cristo, gli avrebbero impiegati.
RISPOSTA. Primo, gli Evangeli erano pubblici; molti de' testimonj tuttora vivevano: si sottoponevano a' giudizi legali, e sostenevano la lor confessione in mezzo ai tormenti; ed i Giudei, nel paese de' quali erano accaduti i prodigi, accrescevano ad ora ad ora il numero de' credenti. Oltre a ciò si operavano quotidianamente nuovi miracoli; e questi comprovavano quelli di Cristo.
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